Il Sole Nero (Dark Is the Sun, 1979) by Philip José Farmer

Il Sole Nero (Dark Is the Sun, 1979) by Philip José Farmer

autore:Philip José Farmer [Farmer, Philip José]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-10-10T16:00:00+00:00


25

Dalla porta, Deyv balzò sullo scafo. L’essere giaceva sul fianco, parallelo a una spiaggia sassosa. Sebbene bagnato, lo scafo non era troppo ripido. Deyv si arrampicò usando mani e piedi, si afferrò al bordo e guardò. Il ponte non c’era più. Se era stato di carne o di pelle coriacea, si era putrefatto come le vele e gli occhi-fiori e gli altri organi soggetti alla corruzione. Restava soltanto lo scheletro, le ossa che sporgevano dall’interno dello scafo… se si potevano chiamare ossa quei duri oggetti metallici.

Sul fondo c’erano tre mucchi di ossa più piccole. Potevano essere gli scheletri delle lumache pinnate, i figli della bestia a vela. Erano morte nell’utero dopo che la madre era perita.

Deyv guardò lungo lo scafo. Quando un’ondata si ritirava dalla spiaggia, scopriva quasi tutta la bocca. La mandibola si stendeva dal fondo della prua ed era armata di parecchie file di enormi denti triangolari. Sporgeva circa due metri rispetto alla mascella, che era una parte fissa della prua.

Sloosh aveva legato un capo della corda di Deyv a una sedia che aveva fatto spuntare dal ponte del vascello degli antichi, e aveva gettato l’altro capo a Deyv, il quale stava procedendo lungo il bordo dello scafo. Poi lo yawtl e Vana saltarono fuori e lo raggiunsero. Trascinarono il cilindro lungo la bestia morta, fino a quando la porta ebbe superato la prua. Gli altri uscirono ad aiutarli. In breve tempo trascinarono il cilindro su per la spiaggia e si addentrarono nella foresta. Dopo aver assicurato tra due alberi il muso conico, andarono in cerca di cibo. Si satollarono di frutti, noci e bacche (e dopo, molti vomitarono perché avevano mangiato troppo e troppo in fretta); poi si misero a ripulire il vascello. Sloosh lo ripiegò e se lo fece legare sulla groppa.

L’uomo-pianta andò a esplorare l’interno della bestia a vela. Era facile entrarvi, dalla spiaggia, perché era rovesciata sul fianco. Aejip andò a caccia di carne insieme a Vana. Deyv parti con Jum per esplorare. L’unico rilievo importante che fosse visibile era una montagna a cono alta circa cinquecento metri. Quando si fu inerpicato fin quasi alla vetta, Deyv vide che erano sbarcati su un’isola. Fece per tre quarti il giro della montagna, sempre più avvilito. All’orizzonte non si scorgeva traccia di terra. O quel lago era più grande di tutti quelli che aveva visto in vita sua, oppure erano stati sospinti su un’isola lontana, in mezzo all’oceano.

Si rianimò un poco pensando che per lui non faceva nessuna differenza. Non aveva la minima intenzione di continuare il viaggio. Lui e Vana avrebbero potuto fabbricare una barca a vela e ritornare sulla terraferma. Nessuno dei due sapeva governare una barca a vela, ma potevano imparare. E se nessuno nel loro gruppo era in grado d’insegnarglielo, avrebbero osservato le bestie a vela e avrebbero visto come facevano a muoversi controvento.

Cercò di non pensare a quegli esseri e ai mostruosi pesci. Forse lui e Vana avrebbero avuto fortuna e non sarebbero stati inghiottiti con la loro minuscola imbarcazione. Avrebbero



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